FURIES OF CALDERON

di

JIM BUTCHER

Ciclo: The codex Alera (Volume 1)

 

Editore: ACE

 

Recensione

Fra gli autori emergenti della fantasy americana Jim Butcher si è costruito una solida reputazione nel campo della urban-fantasy con il ciclo dei "Dresden Files". Nel 2004 Butcher ha poi inaugurato, con "Furies of Calderon", un nuovo ciclo, questa volta di fantasy più tradizionale.

La vicenda si svolge in un impero sull'orlo della guerra civile, con un imperatore anziano e senza eredi (l'unico figlio è morto anni prima in battaglia) e una selva di principi che si preparano alla lotta per la successione. Uno di questi, il potente Lord Aquitaine, decide però di non voler aspettare la dipartita dell'imperatore e,  con l'aiuto di Fidelias (forse il miglior agente segreto al servizio dell'impero) e Aldrick (il miglior spaddacino in circolazione), appronta un elaborato complotto al fine di spodestarlo.

I traditori riescono quindi a organizzare un'invasione da parte dei Marat (un popolo barbarico e non completamente umano) nella valle di Calderon.

Qui però i loro piani vengono rovinati da Amara (una giovane allieva di Fidelias rimasta fedele all'Imperatore), Tavi (un giovane misteriosamente privo di poteri magici in un mondo in cui tutti ne sono dotati), Bernard e Isana (lo zio e la zia di Tavi) e Fade (lo schiavo di Isana).

Dopo aver letto il romanzo, che in America è stato accolto da ottime recensioni, devo ammettere di essere rimasto leggermente deluso. Da un lato, infatti, vi sono ottimi spunti di partenza: una società vagamente ispirata ai romani (apparentemente simile a quella creata da Dave Duncan nel ciclo di "A man of his word"), un mondo in cui tutte le persone sono in contatto con esseri elementali che donano loro poteri magici e li trasformano, almeno in parte, in superuomini (come avveniva, seppure su basi completamente diverse, nel ciclo di "The Runelord" di David Farland) e una serie di misteri che catturano l'attenzione del lettore. Dall'altro, l'autore sembra però trascurare questi elementi per una trama ricca soprattutto di azione. Il che non è necessariamente un male, la vicenda scorre veloce con momenti decisamente coinvolgenti (come l'ordalia a cui viene sottoposto Tavi dai Marat), ma giunti alla fine del romanzo si ha quasi l'impressione che il tutto sia stato solo una premessa e che la vera storia debba ancora iniziare.

Particolarmente irritante è poi  scoprire che nel finale non viene data nessuna risposta ai molti interrogativi emersi: come mai Tavi è privo di poteri magici? Chi è veramente Tavi (forse il nipote segreto dell'imperatore)? E chi è veramente Fade (che da schiavo ritardato si trasforma improvvisamente in strardinario guerriero)?

Il romanzo, pur essendo autoconclusivo, è comunque il primo di un ciclo e vi è da sperare che nei prossimi volumi l'autore sappia dar risposta ai molti misteri che ha sollevato e sappia sfruttare in maniera adeguata le molte idee che ha introdotto.

 

Voto: 8/10